Daily Business Worldwide – Intervista ad Attilio Monici
23 Aprile 2021Presidente e CEO presso S.Polo Lamiere Spa

Mi presento: il mio percorso professionale parte dopo la laurea in economia aziendale conseguita nel lontano ’99 all’università di Parma.
Ho iniziato seguendo alcuni venditori e fornitori nell’azienda costituita da mio padre (San Polo Lamiere) che si occupa di trasformazione e di distribuzione di acciaio al carbonio per svariati settori industriali.
Nei primi due anni ho analizzato i dati e dato spunti di miglioramento sotto vari punti di vista e questo mi ha permesso di vedere a 360 gradi come girano le cose in azienda.
Poi nel 2002 mi è stata affidata un’azienda di costruzione di armadi metallici (Armet, a valle della capogruppo, che aveva parecchi problemi di governance e risultati.
Dopo averla riportata in carreggiata in pochi anni mi è stato affidato il compito di fare la stessa cosa con un’altra azienda che si occupava di servizio di lavanderia industriale (ospedali, hotel, ristoranti).
Anche in questo caso l’azienda aveva diversi problemi ma, essendo tale azienda fuori dall’ambito sinergico della capogruppo, l’obbiettivo raggiunto è stato quello di vendere l’attività dopo averla resa efficiente.
Alla morte di mio padre, nel 2010, ho assunto la carica di presidente e CEO della capogruppo San Polo Lamiere e ho sviluppato una squadra manageriale adatta alle nuove esigenze, con l’obbiettivo di rendere il gruppo più solido e sempre alla ricerca di nuovi sviluppi e sinergie nell’ambito dell’utilizzo dell’acciaio (mercato che conosciamo molto bene).
In questo senso nel 2017 abbiamo acquisito Tecnopali (azienda produttrice di sostegni per illuminazione ed energia) e ne sto seguendo direttamente lo sviluppo.
Intervista
- Con quali paesi hai il piacere di collaborare e a quale paese vorresti dedicare l’attenzione?
Collaboro con molti paesi in Europa e nel far east. Il paese che ho frequentato e conosciuto di più è forse l’Ungheria.
- Prima di ogni viaggio, come ti prepari per incontrare clienti o business partner stranieri con culture diverse?
Mi piace arrivare in un paese e informarmi sulla sua storia. Leggo e mi informo anche su quelle che sono le loro icone, i loro piatti, ad esempio, e quando esprimo la volontà di provarli trovo in loro l’orgoglio di offrirmeli.
- Quando ti trovi nel paese menzionato, a che cosa devi prestare particolarmente attenzione per assecondare chi è con te?
Ho la fortuna di essere curioso delle culture altrui e probabilmente questo interesse reale fa sentire gli interlocutori a proprio agio. È chiaro che quando torni in un posto e ne hai acquisito alcune “consuetudini”, la gente rimane favorevolmente stupita.
- Riesci a raccontarmi qualche aneddoto, anche in passato, se mai ti fosse capitato di fare una gaffe perchè non conoscevi la cultura oppure gli usi e costumi del tuo interlocutore?
Se penso agli ungheresi mi viene in mente una “gaffe” fatta quando loro sono venuti in visita qui da noi.
Sono rimasti sconvolti quando un nostro collaboratore gli ha consigliato al ristorante di prendere il nostro pesto di cavallo. Per loro non è neanche immaginabile mangiare un cavallo, figuriamoci crudo.
Credo che abbiano pensato che siamo cannibali!
- Tu ritieni che conoscere le differenze culturali e/o un comportamento adatto, possano influire sull’esito di un buon business?
Credo che le leggi del mercato vengano prima di tutto ma credo anche che sia sempre un vantaggio “guidare il business”.
Ciò significa che essere a proprio agio con ogni interlocutore ti mette in posizione di vantaggio. Se dimostri di esserti informato su come comportarti vuole dire che rispetti il suo mondo. Col rispetto reciproco è tutto più facile.
- Quale suggerimento, data la tua esperienza, è bene considerare nel rispetto delle persone nel paese che ci hai menzionato appartenenti a una cultura diversa dalla tua?
E’ facile capire che se un cliente viene da noi e cerca di “integrarsi” con comportamenti consoni al nostro paese, a noi è più simpatico.
È altrettanto facile capire che la cosa vale anche viceversa. Quindi il mio consiglio è di informarsi bene sui modi e costumi del paese ospite.
Il rispetto del prossimo è alla base della fiducia. La sintonia verrà in automatico!
Do’s in Ungheria:
- Rispettare le gerarchie
- Socializzazione al di fuori del posto del lavoro
- Pranzi e cene per costruire le relazioni personali
- Organizzarsi con un rappresentante locale
- Puntualità
- Si saluta con una ferma stretta di mano con contatto visivo diretto, si indica il proprio nome e si presenta il biglietto da visita
- Rivolgersi alle controparti con i loro titoli e cognomi
- Dresscode formale e conservativo
Don’ts in Ungheria:
- Accordi verbali
- I regali non sono necessari, però se si accetta un invito a pranzo o a casa di un collega, si può portare dei fiori, cioccolatini o liquore. No alla bottiglia di vino perché gli ungheresi producono un ottimo vino.
- No a trattative formali durante un pranzo